Negura Bunget «Poarta De Dincolo» (2011)

Negura Bunget «Poarta De Dincolo» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1848

 

Band:
Negura Bunget
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Titolo:
Poarta De Dincolo

 

Nazione:
Romania

 

Formazione:
Ageru Pamantului - vocals, percussions, xylophone, kaval, frula, pan flute
Fulmineos - guitar, vocals
Urzit - guitar
Gadinet - bass, pan flute, vocals
Inia Dinia - keyboards
Negru - drums, percussions

 

Genere:

 

Durata:
28' 35"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Parlare dei Negura Bunget significa parlare di un gruppo black metal di fama mondiale, la cui caratteristica è per me sempre stata, per tutta la loro discografia, quella di saper scrivere dei brani caratterizzati dall’avere un uso delle atmosfere assolutamente sapiente e profondissimo. Talmente tanto che la loro musica, per quanto a volte calma e ieratica, altre decisamente più rabbiosa e violenta, e anche caotica all’inizio della loro carriera, è sempre talmente atmosferica da avermi sempre fatto un effetto notevolmente rilassante. Questi rumeni sono sempre stati per me i Pink Floyd del black metal. Senza alcun dubbio.
Tanti sono i motivi per ascoltare questo nuovo Ep, anzitutto per l’interessante concept del disco che (cito la biografia) “Come il nome suggerisce, si concentra sull'esplorazione del rapporto tra i mondi, sia da superiori, inferiori o semplicemente oltre...”, poi perché dopo lo split coi due membri storici della band e ulteriori cambi di formazione avrei voluto vedere cosa avrebbe saputo fare Negru, il loro membro fondatore rimasto, col suo gruppo. Il risultato è, ancora una volta, assolutamente senza rivali. Lo stile dei NB è sempre quello, al limite un po’ meno black stavolta, forse più tendente allo stile tipo Sothern Lord Recordings, ma con una atmosfera sempre davvero ricca, che ti accompagna per il brano di apertura “Hotar” sia quando questo gruppo va piano, come all’inizio di questa canzone, sia quando le atmosfere diventano molto meno melodiche e decisamente più lugubri. E la band, ad ennesima dimostrazione delle proprie capacità, dimostra anche di saperti portare lontano con la mente anche quando in “La Marginea Lumii” utilizzano soluzioni estremamente inusuali per dare atmosfera come dei tapping di chitarra poco distorta. Ogni brano, inoltre, qui possiede uno stile leggermente differente, che va dalla rabbia della canzone di apertura, alla riflessione della seconda canzone, passando per la tangibilissima atmosfera puramente ambient di “Frig In Oase” fino alla drammatica solennità della title track conclusiva.
Insomma: per i Negura Bunget questo è l’ennesimo colpaccio, l’ennesimo frutto di una discografia coi fiocchi e caratterizzata dal seguire uno stile del tutto unico, che riesce a colpire talmente tanto con le atmosfere, che tutto il resto praticamente non serve. Certo, potremmo discutere sulla maturità del gruppo che ha tolto quella bellissima patina caotica del vecchio “Sala Molksa” che sottolineava le atmosfere, potremmo forse anche parlare di una resa sonora un po’ troppo pulita e non così buona come nell’altro ottimo EP “Inarborat Kosmos”, potremmo anche dire che “OM” era forse il loro picco discografico ancora da doppiare, ma in tutta sincerità, francamente, non potrebbe neanche fregarcene di meno. La verità è che questa band è un caso unico in tutto il mondo, la cui musica è puramente fuori da ogni tempo e da ogni luogo, e come per ogni gruppo destinato ad essere storico trascende il mondo del metal business, lasciando che sia la musica a parlare, non i contratti discografici, la produzione, i guest, la tecnica, il pubblico sotto il palco o che altro. Non solo: il proprio stile unico rende questa band assolutamente inavvicinabile a tutte le altre, e come per pochissimi altri dischi storici come “Transylvanian Hunger” dei Darkthrone, ne forma un imprescindibile caposaldo che tuttavia non potrà mai essere neanche avvicinato in grandezza ed intensità.
I Negura Bunget sono un gruppo storico, che ridicolizza tutti quei finti sperimentatori odierni, tutti quelli che vogliono evolversi dal loro genere cercando stancamente di reinventarsi in nuovi generi. Pochissimi gruppi resistono a loro. Se non li conoscete, vergognatevi.

Track by Track
  1. Hotar (Menace) 95
  2. La Marginea Lumii (The Border Of The World) 95
  3. Frig In Oase (Cold Bones) 95
  4. Poarta De Dincolo (Beyond The Gate) 95
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 100
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
92

 

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